Quattro artisti di Busto Garolfo in mostra: si inaugura il 22 aprile la collettiva “Contrasti d’arte – luce, colore, spazio”

L’arte di Busto Garolfo (Mi) si mette in mostra. Si inaugura sabato 22 aprile (ore 21) negli spazi Espositivi di Villa Brentano (via Magenta 25) la collettiva di arte contemporanea “Contrasti d’arte – luce, colore, spazio” organizzata dalla Pro Loco bustese con il patrocinio del Comune e il sostegno della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. Riccardo Carnaghi, Nicolò Cervello, Alberto Venegoni e Angelo Zanzottera, quattro artisti di Busto Garolfo, presentano alcune delle loro opere in un viaggio che spazia attraverso differenti modalità espressive, andando a comprendere vecchie e nuove tecniche con un unico obiettivo: guardare al futuro.
«Siamo onorati di essere al fianco della Pro Loco in questa iniziativa che valorizza gli artisti del nostro territorio», premette il presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate Roberto Scazzosi. «Per la prima volta cambiamo prospettiva: con questa mostra guardiamo al futuro dando spazio ad artisti per lo più giovani – tre di loro sono under 30 – che si sono ritagliati un loro spazio nell’ambito dell’arte. Nell’anno del 120esimo di fondazione della nostra banca, partiamo dal passato per guardare la futuro tenendo ben fermi i valori di cooperazione, mutualità e sostegno al territorio che ci hanno guidati in tutta la storia della Bcc».
La mostra, curata da Stefano Sonzogni, presenta alcune opere di quattro artisti profondamente diversi. Riccardo Carnaghi, 24 anni, è un pittore che ha già saputo affermarsi in ambito artistico: i suoi lavori si possono definire come ricerca e in­dagine analitica delle forme proprie dell’architettura attraverso le figure del corpo umano. Cervello, anche lui 24enne, è un esponente della visual arts: le sue opere sono realizzate sfruttando le opzioni che le nuove tecnologie possono offrire in termini di in­novazione. Venegoni ha 28 anni e si inserisce in quella nicchia di “artisti del recupero”. Coniugando la sua passione per la natura al suo forte interesse per il design, utilizza tronchi di alberi di recupero in un’azione che tende a valoriz­zarli attraverso un lavoro di riqualificazione. Non certo ultimo, Zanzottera, classe 1957, è uno sperimentatore: nei suoi lavori utilizza tecniche e materiali diversi fra loro, intraprendendo una ricerca molto varia ed eterogenea. Il risultato complessivo è una mostra di grande suggestione, capace di testimoniare l’arte contemporanea oggi. La diversa sensibilità degli artisti, le tecniche utilizzate profondamente differenti e le opere che si sviluppano dalla tela alla scultura passando per la video-arte offrono uno spaccato di come, anche in un piccolo paese della provincia di Milano, l’arte possa essere un elemento di unione e di passione. Elemento che la Pro Loco bustese ha intenzione di promuovere ulteriormente con altre iniziative, allargando il coinvolgimento degli artisti locali.

La mostra “Contrasti d’arte – luce, colore, spazio” è allestita negli spazi espositivi di Villa Brentano, in via Magenta 25 a Busto Garolfo. Dopo l’inaugurazione, in programma sabato 22 aprile alle 21, la mostra resterà allestita fino all’1 maggio con apertura dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19 tutti i giorni, tranne il 26, 27 e 28 aprile quando rimarrà chiusa. L’ingresso è libero.
Gli artisti

Riccardo Carnaghi
Nato a Legnano nel 1993, è artista e Architetto Jr, laureato in architettura presso il Politecnico di Mi­lano dopo una formazione superiore artistica, e at­tualmente sta ancora completando il ciclo di studi magistrale. Fondamentale nel suo percorso è il suo accostamento all’architettura, avvenuto sin dai tem­pi del liceo artistico. I suoi lavori si possono definire come ricerca e in­dagine analitica delle forme proprie dell’architettura attraverso le figure del corpo umano. Le sue opere si possono considerare come continuazione idea­le di quella lunga tradizione che, da Vitruvio a Leon Battista Alberti, da Leonardo da Vinci a Le Corbusier, ha cercato di trovare forme e proporzioni relative al corpo umano con l’intento di usare queste cono­scenze al fine di potenziare la ricerca estetica legata all’architettura. I primi lavori, alcuni dei quali già pre­senti in collezioni private internazionali, sono forte­mente legati al linguaggio figurativo, con l’intenzione di rendere omaggio ai grandi artisti del movimento moderno. In un successivo momento, la sua ricerca affronta ancora più intensamente la scomposizione della figura umana, fino al raggiungimento di forme apparentemente celate utili poi all’architetto in fase di progettazione, la struttura delle figure infatti tende ancor più ad una stilizzazione, si materializzano del­le forme che vagheggiano sulla superficie della tela legando indissolubilmente i corpi allo spazio, così come le architetture che tanto appassionano l’arti­sta, si legano al contesto in cui si erigono.

Nicolò Cervello
Nato nel 1993, frequenta il Liceo Artistico di Busto Arsizio, per poi proseguire la sua formazione all’Accademia di Brera, dove nel 2017 si diploma in nuove tecnologie dell’arte. La tecnica che padroneggia si può inserire nella categoria delle visual arts, e consi­ste nella creazione di arte sfruttando le opzioni che le nuove tecnologie possono offrire in termini di in­novazione. In merito all’opera esposta in mostra, deriva da una ricerca e da un interesse per i modelli di render. In questo caso si tratta di quei modelli che vengono usati dai programmi di architettura e di disegno geo­metrico come accessori, ovvero quelle piante che si introducono per bellezza, ma che tendono a passare inosservate, nei progetti di architettura. In questo lavoro invece, l’attenzione è rivolta proprio su di loro, per restituire vita, dignità e infine estetica, a questi particolari oggetti funzionali, che altrimenti sarebbe­ro relegati al rango di dettagli decorativi ma insignificanti in uno spazio che fa da protagonista. Questo processo si svolge digitalmente attraverso la resa del movimento, delle ombre, dei suoni e del colore; colore e suoni che provengono da veri fio­ri e piante, e che viene poi scomposto e applicato, sempre digitalmente, sui render vegetali. In questo modo, i render, che ora vengono presentati come fi­gure a tre dimensioni fluttuanti in uno spazio piatto e minimale, assumono una nuova personalità ed una nuova dignità estetica da cui vengono esaltati.

Alberto Venegoni
Nato nel 1989, ha frequentato un istituto superiore tecnico prima di dedicarsi al suo lavoro di giardiniere. Recentemente ha avuto occasione di coniugare la sua passione per la natura al suo forte interesse per il design. Questo giustifica l’utilizzo di tronchi di alberi di recupero, e di un’azione che tende a valorizzarli attraverso un lavoro di riqualificazione. I vecchi tronchi vengono infatti scavati e forati te­nendo conto delle caratteristiche, o potremmo an­che dire delle imperfezioni, che stabiliscono l’unicità di un albero, e che quindi meritano di essere valorizzate. L’interno viene talvolta dorato, ma soprattutto viene dotato di luce, concedendo una nuova funzio­ne ad un oggetto in disuso e senza vita. Da qui si evince un particolare legame con quella branca del design contemporaneo che tende al recupero, spe­cialmente di materiali che provengono dalla natura. Tuttavia questo procedimento ha un doppio fine, ov­vero restituire vita ad un oggetto che un tempo l’aveva. Questo attraverso la metafora dello scavo, che rende il tronco al pari di un corpo, l’involucro terreno ed esterno è riempito con una nuova anima, spie­gata con la metafora della luce, e dalla doratura che non fa che esaltarla. Luce che è anche metafora di vita, non esiste vita senza anima e viceversa non c’è anima senza vita, e in questo caso per dare la vita viene data la luce.

Angelo Zanzottera
Nato nel 1957, segue la sua formazione presso il Li­ceo Artistico, ma subito si accosta ad una carriera da artigiano e artista, attraverso la quale ha l’oppor­tunità di sperimentare tecniche e materiali diversis­simi fra loro, intraprendendo una ricerca molto varia ed eterogenea. Scegliendo fra alcuni dei suoi lavori, sono stati sele­zionati in mostra dei pannelli metallici incisi e delle stampe. Per quanto riguarda i metalli, la lavorazio­ne a incisione, crea dei giochi e degli effetti di luce che seguono l’andatura ondulata o rigida delle linee, e vengono esaltati dai colori naturali dei materiali; questi elementi formano soggetti quasi sempre fi­gurativi che passano in un piano differente rispetto a quello della tecnica. Le stampe nascono invece da pagine di giornali, riviste e quotidiani, che presentano immagini di articoli o pubblicità, su cui l’autore inter­viene creando una personale rielaborazione sia delle figure sia delle scritte, talvolta aggiungendo le une e le altre, dal gusto vagamente pop, procedimento che avviene con varie tecniche come l’uso dei pastelli a cera, gessetti, evidenziatori o pennarelli. Nella produzione dell’autore artigiano-artista rive­ste inevitabilmente una certa importanza il gesto, l’azione rivolta verso la materia, che non è mai uno stravolgimento estremo ma piuttosto una riqualifica dell’elemento di partenza, sia per quanto riguarda la funzione, sia per quanto riguarda il significato.

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