Udine, brevetti e marchi fanno crescere il settore manifatturiero. Accordo Carnia Industrial Park e studio GLP

La tutela della proprietà intellettuale si mette al servizio dell’industria con l’obiettivo di creare le basi di crescita e di sviluppo. Carnia Industrial Park, parco industriale con sede a Tolmezzo (UD), e studio GLP di Udine hanno siglato un accordo di collaborazione per stimolare le oltre 200 aziende insediate sull’importanza di difendere le proprie invenzioni e idee. L’iniziativa è stata presentata il 24 ottobre agli imprenditori nell’incontro dal titolo “Come la protezione dei marchi, modelli e brevetti favorisce la leadership di mercato”, alla presenza del direttore del Carnia Industrial Park Danilo Farinelli e di Davide Petraz managing partner di GLP, studio che da 50 anni opera nel campo della tutela della proprietà intellettuale con oltre 7mila clienti e più di 100mila casi trattati e che fa parte del programma “Big Clients” dell’Ufficio Brevetti Europeo (EPO).
«È un nuovo servizio che mettiamo a disposizione delle nostre aziende nella convinzione che la mission di un parco industriale non sia solamente quella di creare le infrastrutture per uno sviluppo industriale, ma anche offrire servizi di supporto e indirizzo che sono alla base di una crescita industriale. E la tutela della proprietà intellettuale è uno di questi», ha detto Danilo Farinelli. Del resto, «dove c’è manifattura c’è potenzialmente un brevetto; dove c’è manifattura c’è l’importanza della tutela del marchio», ha aggiunto. «È un ambito attorno al quale in Italia si deve fare ancora molta strada, soprattutto culturale, ma è una leva fondamentale per lo sviluppo. Il fatto di aver trovato un partner di caratura internazionale come GLP è un momento di crescita per la nostra realtà. ».
La difficoltà è nel riuscire a fare questo salto culturale «passando da una valutazione di quelli che sono gli asset tangibili, quali edifici e macchinari, facilmente quantificabili in termini economici agli asset intellettuali o il capitale intellettuale di un’azienda. Qui la monetizzazione è più difficile, ma non per questo capitale umano, capitale organizzativo e proprietà intellettuale sono meno importanti per un’azienda», ha ricordato Davide Petraz.
Qualche elemento di valutazione oggettivo però c’è. «I diritti di proprietà intellettuale consentono di aumentare i profitti di oltre il 20-25%», ha aggiunto il managing partner di GLP. Inoltre, «secondo quanto riportato dall’ICC – la Camera di Commercio internazionale -, a parità di condizioni, un’invenzione brevettata ha un valore economico doppio rispetto ad una non brevettata». Esiste anche una correlazione diretta tra la crescita di un’impresa e l’uso dei diritti di proprietà intellettuale: secondo lo studio “Intellectual Property Rights and Competitiveness: Challenges for ICT-Producing SMEs” tra le PMI europee attive nel settore ICT, il 61% di quelle che proteggono i propri assets registra una crescita di fatturato, rispetto al 51% delle PMI senza. Il 49% delle prime aumenta la propria quota di mercato, contro il 39% delle seconde. Inoltre ben il 42% di quante usano i diritti della proprietà intellettuale mostrano una crescita occupazionale, contro il 22% delle PMI che non li usano. «La tutela del proprio ingegno è un valore aggiunto; una leva di crescita e spesso anche un trampolino di sviluppo», ha concluso Petraz.

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